Bonus Tari: ecco come ottenere la riduzione sulla tassa
Scopri le novità del 2020 in merito al Bonus Tari
All’interno della Legge di Bilancio 2020, con tutti gli altri sconti per le famiglie, era presente anche il Bonus Tari, che doveva essere attivato il 1° luglio 2020.
Fino ad ora sapevamo solamente che gli enti di competenza stavano avrebbero presto definito le disposizioni del beneficio. Oggi però, a causa dell’emergenza Covid-19, si è deciso di anticipare i tempi.
Con la delibera del 5 maggio 2020, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha reso pubbliche le regole e i requisiti per accedere allo sconto sulla tassa dei rifiuti.
Vediamo chi può beneficiarne e quali sono le regole.
Bonus Tari: come si applica per le famiglie
Per il Bonus Tari, il Governo ha definito due modalità di applicazione, che distinguono le utenze domestiche dalle imprese. In entrambi i casi comunque, sui beneficiari e la gestione si dà quasi pieno potere ai Comuni.
Per quanto riguarda le utenze domestiche, e quindi le famiglie, l’idea è quella di anticipare appunto il bonus già presente nella Legge di Bilancio, che doveva essere attivato il 1° luglio. La scelta tra attivarlo e non attivarlo però, spetterà agli enti locali.
Se il Comune quindi deciderà di anticipare il Bonus Tari, i beneficiari saranno gli stessi che già possono usufruire dei Bonus Luce, Gas e Acqua. Ovvero:
- Famiglie con ISEE inferiore a 8.265 euro;
- Famiglie con ISEE fino a 20.000 euro, se ci sono almeno 4 figli a carico;
- Nucleo familiare che beneficia del reddito o della pensione di cittadinanza;
- Nucleo familiare in cui un componente è gravemente malato, e la cui vita dipende dall’utilizzo di apparecchiature elettriche.
Le disposizioni per le imprese
L’idea di estendere il bonus tari anche alle imprese è nato a causa della chiusura forzata dovuta al Coronavirus. Per questo motivo, anche i requisiti per accedervi sono correlati a questo fattore.
Il questo caso, il Comune non avrà sempre libera scelta sull’applicazione dello sconto in bolletta. Tutto dipenderà dalle modalità nelle quali è avvenuta la chiusura dell’attività.
Nel caso in cui:
- I titolari sono stati costretti a chiudere per via delle disposizioni governative, il Comune sarà obbligato ad applicare il bonus tari. Lo sconto sarà applicato sulla quota variabile della tariffa;
- L’impresa poteva restare aperta, ma i proprietari hanno deciso di chiuderla spontaneamente per precauzione, ci si dovrà attenere alla decisione del Comune. Sarà questo a decidere se concedere o no il beneficio. Inoltre, in tal caso si dovrà documentare che c’è stata davvero una riduzione della produzione di rifiuti.
In entrambi i casi comunque, gli enti locali per decidere terranno conto soprattutto del numero di giorni di sospensione dell’attività.
L’ultimo appunto riguarda le imprese che, pur chiudendo l’attività per scelta o per costrizione, hanno deciso di continuare a lavorare in smart working. Qui, in entrambi i casi, se l’azienda desidera usufruire del bonus tari, è necessario che riesca a documentare l’effettiva riduzione della produzione di rifiuti.